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Dossier ASSOAMBIENTE “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti–La strategia nazionale mette le gambe”
Lo scorso 25 settembre, in occasione dell’evento “Il Verde e il Blu Festival” (Milano, 25-27 settembre 2020), è stato presentato da ASSOAMBIENTE il Dossier “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti – La strategia nazionale mette le gambe”, che anticipa la pubblicazione del Rapporto promosso dalla stessa associazione e realizzato dal Laboratorio REF Ricerche.
Il Dossier analizza le criticità che ancora frenano lo sviluppo industriale del settore della gestione dei rifiuti, evidenziando come poco o nulla sia stato fatto negli ultimi 18 mesi per migliorare la situazione del nostro Paese. Nel Dossier viene evidenziata l’assenza di una strategia nazionale dei rifiuti, la mancanza di un piano di investimenti straordinari necessari a colmare la carenza impiantistica (vengono stimati investimenti pari a 10 Mld di € per riuscirci) e la significativa complessità e incertezza del quadro di regole per il settore (in forte ritardo anche sui decreti End of Waste).
È stato inoltre sottolineato il ruolo della sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) che continua a diffondersi sui territori e tra le fila dei rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, frenando la realizzazione di opere necessarie per il nostro Paese. In occasione dell’evento sono stati anche assegnati i Premi “PIMBY (Please In My Back Yard) Green 2020”, riconoscimenti, istituiti da ASSOAMBIENTE con il patrocinio dell’ANCI, per promuovere una nuova cultura del “fare”, valorizzare le capacità innovative del Paese e contrastare la sindrome NIMBY:
- al Comune di Bergamo, per il progetto “Una nuova mobilità per Bergamo Alta – Centro Storico: il parcheggio della Fara” che, superando la possibile conflittualità tra residenti ed operatori economici, consentirà, anche grazie a un parcheggio interrato, di liberare dalle auto alcune piazza storiche e ridurre il traffico veicolare in accesso;
- al Comune di Vado Ligure, “Progetto di riconversione, riorganizzazione e sviluppo industriale” che ha saputo conservare la vocazione industriale del territorio, individuando una strada efficace per far crescere in modo congiunto l’economia delle imprese e il benessere della collettività;
- al TAP (Trans Adriatic Pipeline) per il progetto di realizzazione di un gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa” che porterà gas in Italia e Europa, i cui lavori di iniziati nel 2016 sono nella loro fase conclusiva, con l’entrata in esercizio entro la fine del 2020;
- a SEAP D.A. SRL per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti liquidi, finalizzato al recupero delle acque per uso industriale, situato nel comune di Aragona (AG), in grado di trattare fino a 550 ton/giorno, per un totale di 167.500 ton/anno di rifiuti liquidi.
Nel Dossier si sottolinea come gli obiettivi fissati a livello europeo con il Pacchetto sull’Economia Circolare prevedono che entro il 2035 dovrà essere avviato a riciclo il 65% dei rifiuti (al netto degli scarti dei processi di recupero, bisognerà portare la raccolta differenziata almeno all’80%, mentre ad oggi siamo al 45%), smaltito in discarica il 10% (oggi siamo al 22%) e la restante parte (25%) dovrà essere avviata a recupero energetico (oggi siamo al 18%) per poter chiudere il ciclo. Viene quindi evidenziato come, negli ultimi 18 mesi in Italia, contrariamente a quanto previsto dagli obiettivi europei per la Circular economy:
- è aumentata la produzione di rifiuti: +2% (+590 kt) di rifiuti urbani rispetto al 2018, +3,3% (+4,6 Mt) di rifiuti speciali;
- sono diminuiti gli impianti di gestione: 396 impianti totali per gli speciali (meno impianti di incenerimento e di digestione anaerobica);
- sono aumentati i deficit regionali (a 2,2 Mt) e di conseguenza anche la movimentazione di rifiuti a recupero energetico/smaltimento;
- è cresciuto l’export di rifiuti: +31% (+110 kt) per gli urbani, +14% (+420 kt) per gli speciali;
- sono aumentati i costi di smaltimento: + 40%.
Lo Studio evidenzia, infine, che per raggiungere gli obiettivi definiti dalla Direttiva europea occorreranno anche strumenti economici a sostegno dell’utilizzo dei materiali riciclati e per l’uso di sottoprodotti e materiali end of waste, oltre a un quadro normativo chiaro per il settore, che semplifichi le procedure di autorizzazione, favorisca investimenti e sana competizione fra imprese, consentendo di realizzare tutti gli impianti necessari.
Per maggiori informazioni si rimanda alle slide di presentazione (vd. allegato) illustrate nel corso dell’evento dal Presidente FISE Assoambiente e dal Direttore Laboratorio Ref.
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